La
rappresentazione spettrale dei segnali verbali
utilizzata in fonetica è diversa da quella
illustrata nella parte finale della sezione
relativa al filtraggio.
Infatti, data la natura quasi-periodica dei suoni
caratteristici della parola, per poterne valutare
levoluzione spettrale nel tempo, sarebbe
necessario effettuare un gran numero di spettri
relativi ad istanti temporali successivi. Per
ovviare a ciò, in Fonetica si ricorre alla
cosiddetta analisi
sonagrafica.
Essa consiste in un diagramma con, in ascissa, il
tempo e, in ordinata, la frequenza, mentre
lampiezza di ciascuna armonica è
rappresentata qualitativamente dal grado di
annerimento ed ingrossamento della linea che la
rappresenta. Ciò risulta evidente nella
seguente figura confrontando il sonagramma centrale
con i due spettrogrammi ai lati. Osservando inoltre
questi ultimi, si può notare come
linviluppo spettrale ivi tratteggiato
evidenzi bene le caratteristiche di trasmissione
dei due filtri oro-faringei utilizzati; luno
per produrre [a] e laltro per
produrre [i].
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Emissione
sintetica [ai] con frequenza fondamentale
costante (di 125 Hz). A: oscillogramma di 30 ms di
[a], a sinistra, e di [i] a destra.
B: al centro, sonagramma a banda stretta
dellemissione; a sinistra, spettrogramma a
banda stretta di [a]; a destra,
spettrogramma a banda stretta di [i]. C: al
centro, sonagramma a banda larga
dellemissione; a sinistra. spettrogramma a
banda larga di [a]: a destra, spettrogramma
a banda larga di [i].
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In effetti
queste due vocali si differenziano fra loro per i
valori di frequenza dei picchi dellinviluppo
spettrale. In Fonetica questi picchi sono chiamati
formanti
e sono numerati in ordine crescente di frequenza.
Così in figura si vede che la [a]
è caratterizzata da una prima formante
(F1)
di frequenza 750 Hz, da una seconda formante
(F2)
di frequenza 1400 Hz e, analogamente, da
F3
= 2100 Hz e F4
= 3500 Hz. La [i] è invece
caratterizzata da: F1 = 300 Hz, F2 = 2400 Hz, F3 =
2800 Hz e F4 = 3500 Hz. Si noti come la relativa
rappresentazione sonagrafica metta in evidenza, in
modo molto meno chiaro, lesistenza di queste
formanti: essa infatti privilegia nella
presentazione visiva essenzialmente
landamento temporale di ogni singola armonica
e non la forma della caratteristica di trasmissione
del filtro orofaringeo. Per recuperare questa
informazione, di gran lunga la più
importante quando si debbano differenziare i
prodotti di atteggiamenti articolatori diversi, si
ricorre allanalisi sonagrafica a banda larga,
(C).
In questa rappresentazione sonagrafica (alternativa
a quella illustrata in B),
è cancellata qualsiasi informazione sulla
singola armonica ed è invece evidenziata la
rappresentazione formantica, ciascuna barra
annerita rappresentando landamento di una
formante (la cui frequenza è misurata al
centro della barra stessa ). Poiché in
Fonetica si usa essenzialmente la rappresentazione
sonagrafica (a banda larga o a banda stretta)
è invalso luso di chiamare questa
spettrogramma, chiamando invece sezione (a banda
stretta, o a banda larga) ciò che fino ad
ora ed anche nella sezione relativa al
filtraggio
si era chiamato spettrogramma.
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Quando si
effettua lanalisi spettrale di un segnale, il
reperto spettrografico ottenuto dipende non solo
dalle caratteristiche del segnale, ma anche dalle
caratteristiche dinamiche dello strumento
utilizzato. Ciò è esemplificato nella
figura a fianco, dove il reperto spettrografico
A,
a causa della limitata dinamica dello strumento,
evidenzia solo una parte della struttura spettrale
di un segnale che in realtà - come si vede
in B
- è molto più ricco di armoniche.
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Per quanto
riguarda alcune peculiarità della parola,
relativamente allintensità e alla
distribuzione spettrale, si osservi innanzitutto la
legge di decremento del livello di pressione sonora
collaumentare della distanza, in diverse
condizioni di emissione.
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Se si
effettua una analisi spettrale di un campione di
parlato di una certa durata, si può ottenere
la distribuzione spettrale media (detta brevemente
spettro medio) della voce di un parlante. Per
esempio, nella figura a fianco è riportato
lo spettro medio del parlato di un soggetto
maschile ad un livello di emissione normale.
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Lo spettro
medio varia di poco col variare dei soggetti,
allinterno di uno stesso tipo di voce.
Ciò è dimostrato ad esempio per due
distribuzioni di frequenza (per voci maschili e per
voci femminili) che si basano sulla media dello
spettro medio di un gran numero di soggetti.
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